Quando scelte sbagliate portano al fallimento di un’azienda. Il caso Kodak.
Sicuramente tutti sono a conoscenza del caso Kodak: fondata alla fine dell’800, leader incontrastata della pellicola fotografica per oltre un secolo, l’azienda è fallita nel 2012 perché travolta dalla stessa tecnologia digitale che per prima inventò a metà degli anni 70.
Ma quali sono le vere ragioni di questo fallimento?
Affermare che Kodak non sia stata in grado di vedere le potenzialità della fotografia digitale di catturare e condividere in tempo reale esperienze è fin troppo semplicistico. Soprattutto se si scopre, grazie al racconto di Vincent Barabba (ex direttore e responsabile del Marketing Intelligence del colosso americano) che Kodak aveva condotto un’approfondita ricerca sulle potenzialità della stessa.
Da questo racconto infatti emerge che, quando Sony negli anni 80 uscì con la prima macchina fotografica digitale, Barabba, sotto la benedizione del fondatore di Kodak, commissionò la suddetta ricerca dalla quale risultarono 2 principali evidenze: la prima stabiliva che la fotografia digitale avrebbe avuto le potenzialità per sostituire in pieno la pellicola fotografica (il core business di Kodak); la seconda stimava che ci sarebbero voluti almeno 10 anni prima che la fotografia digitale potesse di fatto prendere piede in maniera dirompente.
Di fronte a questi risultati, poi confermati appieno dalla storia, Kodak decise di continuare a salvaguardare il proprio core business, investendo le proprie risorse nello studio di tecnologie capaci di migliorare la qualità della pellicola fotografica, anziché sviluppare nuovi prodotti in linea con la trasformazione digitale che si stava prefigurando.
Una scelta sbagliata che portò Kodak al fallimento nel 2012, nonostante avesse avuto a disposizione tutti i mezzi e le informazioni necessarie a fare valutazioni differenti e ad evitare questo destino.
L’aspetto interessante di tutta la vicenda è che in passato Kodak si comportò diversamente: infatti, fu proprio lei la prima azienda a passare dalle lastre fotografiche alla pellicola e successivamente dal bianco e nero alle pellicole a colori. In entrambi i casi passati, Kodak preferì abbandonare business allora profittevoli in favore dell’innovazione e del cambiamento.
Quale morale possiamo trarre da questo caso?
Abbracciare il cambiamento per un imprenditore comporta sempre un rischio che ha a che vedere con la capacità di valutare se l’innovazione e/o la nuova tecnologia avranno la forza di generare fatturato e profitti nel lungo periodo, a fronte di importanti investimenti. Ma non solo. Richiede anche la conoscenza e l’abilità di vedere oltre lo stato attuale delle cose. Abbracciare il cambiamento attraverso il miglioramento e/o l’ottimizzazione dei propri prodotti (come ha fatto Kodak) può infatti essere una soluzione , ma quando siamo davanti ad un cambiamento che può avere la forza di trasformare lo scenario esistente, questa soluzione non è quella ottimale.
Alice Nicolucci
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